Appendere e fissare al muro sono due operazioni che comprendono varie attività e che possono sembrare simili; in realtà non lo sono. Si può infatti appendere il quadro, lo specchio, un piccolo scaffale mentre al muro si fissano l'armadio, la libreria, lo scaldabagno.

La differenza tra le due operazioni è questa: appendere significa attaccare a una parete un oggetto che gravi con tutto il suo peso su un elemento conficcato nel muro (chiodo, tassello, zanca); fissare vuol dire proprio assicurare al muro, la libreria, il mobile, l'armadietto che posa sul pavimento, ma che può comunque rovesciarsi in avanti, o per l'apertura di uno sportello o perchè qualcuno si appoggia involontariamente (o meno) non pensando che un elemento pesante e sviluppato in altezza, pur posato sul pavimento, non ha molta stabilità. Ecco quindi come regolarsi in un caso e nell'altro.
La parete si presenta di solito ricoperta di gesso o intonacata, con mattoni generalmente forati (nelle costruzioni nuove) a volte pieni (in quelle vecchie).

Può accadere anche di trovare una struttura portante in cemento armato; l'operazione diventa un po' più complessa, poichè il cemento è molto resistente, ma comunque fattibile. Per attaccare un oggetto leggero, in una parete a gesso o a intonaco (ovviamente anche se tappezzata) si possono usare chiodi comuni, conficcandoli nel muro con il martello e tenendo il chiodo con la capocchia leggermente più alta del foro di ingresso. Per oggetti di peso limitato di un paio di chili al massimo (piccoli quadri, stampe, specchi) si consigliano chiodi di un centimetro e mezzo di lunghezza con sezione di un millimetro quadrato da configgere nel muro per una profondità di circa un centimetro. Appendendo oggetti più pesanti, il pericolo che si stacchino è sempre ben presente perchè non è il chiodo a cadere, come comunemente si crede, (un chiodo di un millimetro quadrato di sezione può reggere fino a venti chili) ma il rivestimento della parete che non sopporta carichi così concentrati. Per pesi maggiori, dunque, è bene usare chiodi in acciaio (sono di colore neroazzurro con testa lavorata), preferibilmente muniti di ganci (i cosidetti chiodi a X). Questi chiodi, più lunghi, si possono conficcare nel muro ad una maggiore profondità, fino a raggiungere il mattone sottostante, oppure la malta che tiene uniti i mattoni. In tal modo il carico può arrivare anche fino a dieci chili, perchè, a sorreggerlo, non è più solo lo strato di rivestimento della parete, bensì il mattone o la malta. È bene sfatare una credenza abbastanza comune, e cioè che più il chiodo è grosso più tiene.
Il chiodo a sezione grande non solo fa sì che si stacchino pezzi di intonaco ma, anche se arriva al mattone, si sfila facilmente. Inoltre non bisogna mai usare per i muri chiodi da legno.
Succede, specie quando si usano chiodi lunghi che questi inizialmente penetrino facilmente per poi arrestarsi e incurvarsi. In questi casi o si prova a raddrizzare il chiodo con piccoli colpi di martello oppure si sostituisce con un altro meglio se più appuntito.

L'operazione può andare a buon fine oppure fallire come la precedente. A questo punto insistere è sbagliato; il chiodo ha chiaramente incontrato un mattone particolarmente duro o ha colpito la parte esterna del mattone dove corre la costolatura. Si corre anche il rischio di provocare il distacco di piccoli pezzi di intonaco e produrre nel muro un impronta a imbuto profonda da dieci a quindici millimetri e larga anche un paio di centimetri. Non resta quindi altro da fare che spostare il punto di attacco, e riprovare con un nuovo chiodo. È anche possibile ricorrere a un piccolo tassello, preparando con il trapano il foro (più grande del precedente e quindi sufficiente a coprire il danno) dove inserirlo. Un piccolo accorgimento: per evitare che durante l'inserimento del chiodo si formino delle piccole crepe nell'intonaco è sufficiente attaccare sulla parete un minuscolo pezzo di nastro adesivo trasparente, che si toglie dopo aver applicato il chiodo.
Se si deve appendere un quadro, o qualunque altro oggetto che richieda due chiodi alla stessa altezza, è indispensabile misurare la distanza da terra (con il metro fisso) in modo che i due fori risultino perfettamente simmetrici (in caso contrario il quadro rimane storto). Per inserire i tasselli si può invece procedere in due modi, usando cioè il foramuro oppure il trapano.
Nel primo caso si segna con una piccola croce il punto di ingresso, poi si appoggia la cuspide del foramuro e si comincia a battere con il martello con colpi molto leggeri. Man mano che il foramuro penetra, si aumenta la pressione del martello dando, a ogni colpo, una piccola rotazione alla punta del foramuro. Questo accorgimento consente di ottenere un foro abbastanza regolare. Se invece si usa il trapano elettrico (si consigliano i vari modelli Bosch), l'operazione è più rapida. Conviene però iniziare con una punta più piccola, sostituendola sucessivamente con quella dello stesso diametro del tassello che si deve inserire. I tasselli hanno misure differenti: vanno da quattro a dodici millimetri di diametro, e da due a dieci centimetri di lunghezza.

 I tipi più comuni sono quelli in pvc o nailon, esternamente dentati e cavi all'interno e quelli in gomma a vite. Il tassello in pvc va introdotto nel foro alla profondità necessaria: si infila poi l'apposita vite (è fornita insieme al tassello e può avere un gancio a L oppure a occhiello), e la si avvita fino a che fa resistenza. Se la vite non ha gancio, si può infilare, prima di introdurla nel tassello, un gancetto al quale va poi appeso l'oggetto predisposto; oppure si può lasciarla sporgere di qualche millimetro e appendere direttamente alla vite il mobiletto, lo scaffaletto o altro. Oltre al tassello in pvc c'è poi quello in gomma, a vite, si tratta di un piccolo cilindro di gomma forato nel centro, dentro il quale passa una vite appena più lunga, con filettatura fine, ranella e piccolo dado rotondo posto sul l'estremità che deve entrare nel muro. Dopo aver infilato il tassello nel muro, si comincia a stringere la vite e il dado, si avvicina all'esterno, facendo accorciare il cilindretto di gomma che in tal modo aumenta di volume ancorandosi perfettamente al mattone. È indicato per sostenere anche grandi pesi.

I tasselli in pvc forati danno ottimi risultati sulle pareti piastrellate, perchè il corpo del tassello lavora molto bene sia contro il corpo forato della piastrella sia contro il materiale con cui è fissata al muro. Per assicurare alla parete i mobili, si usano di solito squadrette metalliche forate che si applicano con un lato al muro usando i tasselli sopra descritti, e con l'altro alla parte alta del mobile, dove vengono fissate con le viti apposite. Con questo sistema non si corre più il rischio che il mobile, anche se sovraccarico, possa spostarsi in avanti e crollare.