Come riparare o prevenire i più comuni problemi e malfunzionamenti del campanello di casa. I campanelli, di qualunque tipo siano (a vibrazione, a percussione con semplice o doppio effetto, persino a clacson) ci procurano quasi sempre gli stessi fastidi. 

L'inconveniente più usuale è l'allentamento di uno o più bulloni o dadi, provocato dalle ripetute vibrazioni. Un altro inconveniente deriva dal posto dove è situata la soneria, spesso in alto, dietro una porta, in un angolo, dove è poco visibile, ma anche poco raggiungibile da chi fa pulizia.
La polvere traditrice s'infiltra in tutti gli interstizi, e, per effetto dell'umidità, forma una crosta di sporcizia, che si accumula e determina una perdita di risonanza della campana.

Ciò avviene a poco a poco, tanto che non ce ne accorgiamo neppure. Ma questo sudiciume può bloccare il vibratore o "incollare" le piastre di tonalità.
Un guasto raro, che si è però verificato, può essere occasionato dal passaggio di un insetto, forse un ragno, forse una mosca, tra il martelletto e la campana, proprio nel momento in cui si suona.

Infine, un ultimo tipo di guasto possibile: dopo che si è ridipinta la parete, può esserci uno strato di pittura non ripulito o una goccia caduta a sproposito.
In tutti i casi, il rimedio è semplice: soltanto la manutenzione sistematica, cioè pulizia e controllo dei contatti elettrici (come del resto per qualsiasi altro apparecchio), potrà evitare i guasti al funzionamento.

Finora ci siamo occupati dell'interno della casa, dove i guasti sono di solito facilmente riparabili. Fuori è tutt'altra cosa: fuori c'è la pioggia, il freddo, il caldo, il rischio di urti...
I vecchi pulsanti di campanelli, a contatto centrale senza giunto stagno, si guastano facilmente durante i periodi di gelo, perché l'umidità interna si trasforma in ghiaccio e isola o blocca i contatti.
Come ovviare? Mettete un po' di glicerina all'interno del pulsante, prima che inizi il periodo invernale.

Anche la ruggine, che attacca la molla (quasi semprei in acciaio) può provocare guasti: il campanello non funzionerà più o si rifiuterà di fermarsi.
Anche in questo caso, è sempre meglio prevenire che subire: ben venga dunque qualche goccia di olio di glicerina.

All'esterno c'è anche il rischio che il cavetto elettrico impiombato, che, normalmente, non è protetto, si schiacci.
È un inconveniente grave perché se il campanello è alimentato direttamente dalla rete, c'è il rischio di un corto-circuito. 

È consigliabile, quindi, proteggere il cavo incassandolo nel muro, o con una guaina o un manicotto che resistano ai colpi.

Ricordiamo, inoltre, l'inevitabile allentamento dei contatti e la possibile presenza, all'interno del coperchio, di qualche bestiolina.

L'unico rimedio consiste nel controllare almeno una volta l'anno le condizioni interne del pulsante del campanello.
In ogni caso, la soluzione più semplice è quella di impiegare soltanto pulsanti moderni, interamente a tenuta stagna, con coperchi morbidi che cedono alla semplice pressione di un dito, e con collegamenti realizzati con morsetti a
pressione.
È comunque sempre possibile migliorare la tenuta stagna e la giuntura di un pulsante comune spalmando cera di candela o grasso sui giunti. Ben inteso, questo lavoro va fatto quando la temperatura è calda e secca.

Alcuni consigli generali
Quando il campanello è alimentato dalla tensione normale, è il filo neutro che deve passare per l'interruttore del pulsante.
Si eviti di usare pulsanti con bottoni o coperchi metallici.
Quando il campanello è alimentato da una tensione molto bassa (6, 12 o 24 V) grazie a un piccolo trasformatore, è sempre il filo neutro accordato al primario del trasformatore che deve passare per l'interuttore del pulsante.