Per quanto riguarda le rose, l'intento della potatura è quello di far assumere alla pianta una forma armoniosa e di stimolare la fioritura. Molto diversi sono i tipi di rosaio e ognuno richiede un procedimento appropriato, quindi la potatura va eseguita con particolare attenzione.
E assai impanante sapere quando eseguire la potatura delle rose. Questa operazione va fatta in autunno nelle zone a clima mite, va rimandata alla primavera in quelle più fredde. Vi sono però delle eccezioni.

Nelle zone a clima mite dell'Italia centrale, del sud e delle isole, è preferibile la potatura autunnale (fine novembre-primi di dicembre), che dovrebbe garantire un'anticipata fioritura primaverile. Nelle zone più fredde è invece consigliabile rimandare la potatura a febbraio-marzo e. nel caso di località ove le giornate di gelo si prolungano, si può attendere anche fino ad aprile. È comunque opportuno intervenire sempre prima della ripresa vegetativa: una potatura tardiva pregiudica e ritarda la prima fioritura. Nei rosai molto rigogliosi è necessario intervenire una prima volta a novembre, accorciando di 1/3 i rami troppo lunghi, per evitare che il vento o il peso della neve possano spezzarli: si procederà poi alla potatura vera e propria nell'epoca e nei modi richiesti dal rosaio.
A queste regole fanno eccezione:
- i rosai non rifiorenti che si devono potare solo al termine della fioritura (giugno), asportando i rami sfioriti;
- le varietà antiche che vanno semplicemente riordinate con un intervento di ripulitura dal secco (a fine inverno);
- le botaniche, che producono bacche decorative, dove si interviene con una rimonda dal secco a fine inverno e con l'accorciamento dei getti troppo lunghi e disordinati per ridare un aspetto ordinato all'arbusto.

Come potare
La giusta tecnica di potatura si esegue in due fasi principali.
Molto importante è anche l'utilizzo di cesoie ben affilate
Il taglio di potatura va praticato non più di 6-8 millimetri al di sopra di una gemma rivolta verso l'esterno del cespuglio.
Servitevi di cesoie ben affilate, per Una potatura sbagliata: il taglio del ramo eseguito l'anno scorso, troppo lontano dall'ultima gemma, ha generato un moncone che si è seccato-a. La nuova potatura mal eseguita mostra il moncone (che non è stato eliminato) e i rami nati l'anno scorso che sono stati accorciati, ma non selezionati (alcuni si incrociano verso l'interno, i deboli non sono stati eliminati, ecc.) e nuovamente tagliati senza porre attenzione all'ultima gemma non produrre sfilacciature ed eseguite ogni taglio angolato verso il basso dalla parte opposta della gemma.
Quando asportate completamente una branca, praticate il taglio a filo del ramo da cui si diparte, ripulendo poi la superficie con un coltellino molto affilato. Per rami di un certo diametro usate una sega da potatore.


Come nella potatura degli arbusti, vi consigliamo di dividere l'intervento in due fasi, come segue:

- asportate i rami morti, quelli troppo vecchi e quelli spezzati o ammalati, tagliando all'altezza di una gemma rivolta verso l'esterno;
- eliminate i rami deboli o sottili, per favorire gli steli più vigorosi;
- asportate i rami che si incrociano, eliminando i più deboli e quelli che si dirigono verso il centro del cespuglio, per permettere alla pianta di ricevere luce e aria anche all'interno; questa pratica non è necessaria per i rampicanti e i sarmentosi per i quali occorre solo legare le ramificazioni ai sostegni in modo che non sfreghino tra loro.
Mentre procedete nelle operazioni di potatura, ogni tanto allontanatevi dal cespuglio per meglio osservare la forma che va assumendo.
Una volta eseguite queste operazioni preliminari sarà più facile passare alla seconda fase che consiste nell'individuare i rami in sovrappiù, che vanno eliminati, e quelli che devono essere accorciati, secondo i differenti tipi di rosaio.
Durante l'estate, poi, si procede alla potatura verde che prevede:
- l'eliminazione dei polloni (rami selvatici che crescono dalle radici o dal fusto sotto il punto d'innesto);
- il diradamento dei boccioli per ottenere fiori più grandi;
- l'asportazione dei fiori sfioriti dalle varietà rifiorenti, per favorire una seconda fioritura;
- l'eliminazione di parte del fogliame che cresce all'interno, per alleggerire il cespuglio, far circolare l'aria e impedire le infezioni fungine.