Tra gli inconvenienti più comuni, e anche più facili da riparare, che possono capitare a un tavolino, ad una sedia o a un mobiletto ce n'è uno che presenta particolari difficoltà.


Quando si rompe una gamba.

La spaccatura può essere di tipo diverso: orizzontale oppure obliqua. Nel primo caso, con un apposito trapano e punta da legno, si pratica un foro in ciascuno dei due pezzi di gamba rotta, ovviamente nella parte centrale, avendo cura che il foro sia di diametro adeguato alla misura della gamba (è quindi assai più largo nel caso di gambe massicce).

Occorre, inoltre, che i due fori risultino perfettamente allineati (tuttavia non va dimenticato che, all'occorrenza, uno dei due può anche essere leggermente ovalizzato per ottenere una coincidenza perfetta delle due parti). Si taglia poi, in un apposito tondino di legno, un tappo che abbia la lunghezza complessiva dei due fori, ma il diametro leggermente superiore. Si introduce metà del tappo, prima cosparso di colla, nel foro della gamba rimasta attaccata, facendolo penetrare a fondo eventualmente con l'aiuto di un martelletto.

Quindi si incollano le due superfici del piede spezzato, facendo ben cura ai contorni, e si posa il troncone del piede sulla parte di "tappo" rimasta libera, infilandovela con l'accortezza che non si producano dislivelli tra le due parti (la giunzione deve risultare perfetta). Si lascia poi seccare la colla per almeno ventiquattro ore e, alla fine, se occorre, si rifinisce con un po' di vernice o con una lucidata a cera. Lo stesso procedimento si usa se la rottura riguarda il bracciolo di una poltroncina o di una sedia. Se la frattura è invece di tipo obliquo, la riparazione è un po' più complessa. Bisogna anzitutto incollare le superfici dei due pezzi rotti e farli combaciare perfettamente, serrandoli poi con una morsa e lasciando asciugare la colla per almeno ventiquattro ore.

Poi, con un trapano e una punta di almeno 8 millimetri, si praticano due fori perpendicolari al piede, che lo trapassino completamente. Si inserisce quindi nei buchi della colla da falegname e si introducono due tappi (come quelli spiegati prima) che abbiano lo stesso diametro dei fori e una lunghezza inferiore di 3-4 millimetri allo spessore della gamba spezzata. Anche i tappi devono essere preventivamente cosparsi di colla. Ultimato il lavoro si lascia seccare la colla, poi si riempie con dello stucco la piccola cavità rimasta nel legno, alle due estremità dei tappi, e si rifinisce con carta vetrata per terminare con un po' di vernice o una lucidatura a cera.


Quando si rompe il cassetto.

Può capitare che il cassetto di un mobile non si apra più bene, che si scolli agli angoli allentando la tenuta del compensato di fondo che così esce dalla guida. Ecco come risolvere questi problemi. Nel primo caso, occorre innanzitutto scoprire il punto di frizione del cassetto con il mobile.

Per fare ciò si passa ripetutamente una matita a punta grossa sopra, sotto e sui fianchi dei bordi del cassetto. Si rimette poi a posto e si fa scorrere; il segno della matita sparisce nel punto in cui si è verificato l'intoppo. Basta allora strofinare la parte con carta vetrata, prima a grana media poi a grana fine, oppure con una lima, e poi ripassare tutta la zona carteggiata con del sapone umido o con della paraffina. Con questa semplice operazione il cassetto torna a scorrere come prima (e magari anche meglio).


Se i listelli laterali, sui quali il cassetto si appoggia o scivola sono rovinati o si sono assottigliati per l'usura, provocando un movimento anomalo del cassetto stesso, basta piallarli leggermente o passarli con una lima a grana grossa e poi incollare sulla parte limata delle striscioline di legno di spessore sufficiente per compensare sia la parte rovinata, sia quella asportata con la limatura. Prima di rimettere il cassetto a posto bisogna lasciar seccare la colla.


Quando invece gli angoli del cassetto, uniti tra loro con un incastro a mortasa-tenone o a biette (spine tonde) oppure ad angolo si aprono, bisogna ripristinare l'incastro per ridare al cassetto la sua forma originale. Dopo aver aperto completamente l'incastro, si lima il legno per asportare solo lo strato di colla vecchia (che non tiene più) e mettere una giusta dose di colla nuova, facendo combaciare perfettamente i due pezzi. A questo punto basta aspettare che la colla sia secca per rimettere a posto il cassetto.

Può però capitare che l'incastro sia diventato lasco. Se la giunzione è con biette (spine tonde), basta allargare il diametro dei fori in cui sono alloggiate e sistemarne delle nuove di diametro maggiore. Ma se si tratta di un altro tipo di incastro, che ormai non regge più, è inutile qualunque elemento di rinforzo, non resta che spessorarlo o ricostruirlo interamente. Per l'incastro ad angolo il lavoro è più facile, perchè si tratta di asportare con una raspa un millimetro di legno da una delle facce, incollarvi sopra uno spessore dello stesso legno di un paio di millimetri e lasciare asciugare la colla.

Fatto questo, si opera sullo spessore nuovo, riportando l'incastro a misura e provvedendo quindi alla incollatura delle due parti.
Nel caso più complesso di un incastro a mortasa-tenone bisogna allargare la mortasa vecchia, inserirvi (previa incollatura) un pezzo di legno duro opportunamente sagomato che la riempia completamente, che deve penetrare con un certo sforzo. Una volta che la colla ha fatto presa, si pratica nel pezzo di legno, inserito nella vecchia mortasa, un nuovo alloggiamento, leggermente più stretto del precedente. Si riduce quindi il tenone alle dimensioni della nuova mortasa, si incollano le due parti, si fanno combaciare e si attende che la colla diventi secca.

Questo nuovo incastro risulterà solido e resistente. Naturalmente, prima di ripristinare definitivamente gli incastri, occorre rimettere in posizione nelle apposite corsie il fondo del cassetto, in modo che a lavoro finito risulti perfettamente alloggiato. Se il compensato si è deformato e risulta più largo del necessario bisogna sostituirlo con uno nuovo